Rifiuti edili: recuperare è meglio che buttare

Costruire da zero - a partire dalle fondamenta - presenta numerosi vantaggi. Eppure il patrimonio architettonico italiano offre incredibili opportunità, soprattutto quando si tratta di ristrutturare ex-novo vecchi edifici e riconsegnarli a nuova vita, riprendendone la struttura: si ha così un edificio funzionalmente nuovo, ma già perfettamente integrato all’interno del tessuto urbano, senza invadere e cementificare aree ed ecosistemi che possono essere mantenute verdi.

Un esempio su tutti è uno dei nostri ultimi cantieri. Vicinissimo al centro di Pescantina, il complesso “Magnolia” sorge sulla demolizione e ricostruzione di un edificio pre-esistente sulla via Are.

Il nuovo edificio si integra perfettamente nel tessuto urbanistico di Pescantina, mantenendo i temi liberty dei primi del ‘900 tipici dell’abitato, ma lo rinnova con una costruzione in classe energetica A3, capace di offrire grandissimo comfort abitativo e un enorme risparmio sui consumi.

Ma cosa succede ai materiali demoliti?
Il settore delle costruzioni, è responsabile per oltre il 47% dei rifiuti speciali prodotti in Italia.
Fortunatamente, secondo le ultime analisi ISPRA, il nostro paese (che ha tanti problemi, ma che investe moltissimo nella transizione ecologica che sarà il futuro dei nostri figli) recupera oltre l’80% di questi materiali (ben oltre il 70% previsto dagli obiettivi UE).
Si tratta quindi di una grande criticità (tantissimo materiale da smaltire senza andare a pesare sul sistema rifiuti che è già sovraccarico) ma anche di una grandissima opportunità di economia circolare.

Attualmente, la maggior parte degli inerti vengono utilizzati per riempimenti o costruzione di sottofondi stradali perché la qualità del materiale - che spesso non viene separato adeguatamente - non consente utilizzi più nobili.

Il salto di qualità, però, è dietro l’angolo: il decreto End of Waste del 27 settembre 2022 disciplina i criteri in base ai quali si qualificano i materiali di scarto, consentendo così un migliore riciclo e la possibilità di utilizzare i materiali di recupero migliori al posto dei materiali vergini estratti da cave e miniere, con un enorme vantaggio in termini di sostenibilità ambientale, economica e sociale.

Un sogno? Assolutamente no, tanto che a Parigi stanno costruendo un complesso immobiliare da 220 appartamenti realizzati al 100% in calcestruzzo riciclato, con un risparmio di oltre 6mila tonnellate di risorse naturali.

Estrarre meno, quindi, per recuperare di più. L’edilizia è responsabile globalmente del 50% delle estrazioni di materiali, con emissioni di gas serra che vanno dal 5 al 12%.
Migliorare il sistema di riciclo, potrebbe ridurre queste emissioni dell’80%; investire in politiche di demolizione e ricostruzione - invece che di costruzione ex-novo -  migliorerebbe ulteriormente la situazione. Vale la pena provare, per un futuro migliore, no?

Rifiuti edili: recuperare è meglio che buttare