Carli Costruzioni
Psicologia dell'abitare: raggiungere il benessere con la nostra casa
Abbiamo già visto, in passato, quanto le nostre case siano lo specchio della nostra anima. L’ordine (o il disordine), gli oggetti messi in mostra, la quantità di specchi, il colore delle pareti sono elementi che parlano di noi ai nostri ospiti.
La nostra personalità vive nelle scelte e nel modo in cui viviamo i nostri spazi più intimi.
La casa è un luogo dai significati psicologici molto importanti. È uno spazio personale, interno, che si oppone a tutto ciò che è invece esterno. È il guscio che ci protegge e ci conforta, nel quale possiamo sentirci sicuri e trovare riposo dal tran tran quotidiano.
Adesso provate a pensare a un momento difficile che avete vissuto in passato: di certo ci sono stati ambienti in cui era più facile stare. Per alcuni è la camera da letto, per altri il salotto, altri ancora passano ore nella vasca da bagno per allentare la tensione. Allo stesso modo, durante le difficoltà ci sono stanze della nostra casa che sembrano essere ostili e che magari tendiamo a evitare.
Questo, secondo l’ANFA (l’Academy of Neuroscience for Architecture, ovvero l’Accademia di Neuroscienze per l’architettura) è un effetto della cosiddetta psicologia ambientale.
L’uomo è l’essere vivente che in assoluto modifica l’ambiente per i propri scopi, per renderlo più confortevole, migliore da vivere. È qualcosa che va molto al di là di una semplice concezione funzionale.
Perché le nostre case non rispecchiano soltanto la nostra personalità, ma influenzano i nostri stati d’animo in un botta e risposta continuo: dialoghiamo in continuazione con l’ambiente che ci circonda.
Viste le premesse, è il caso di fare alcune considerazioni importanti per la qualità della nostra vita e del nostro benessere psicologico: è giusto trascurare l’architettura degli spazi?
L’architettura e l’edilizia devono ricercare l’abitabilità al pari della qualità strutturale, pensare in termini umani. C’è da rabbrividire al solo pensiero dei vecchi casermoni simili ad alveari che ancora sono visibili in certe periferie soffocate dal cemento.
L’architetto sa che costruire significa affacciarsi sul mondo interiore del committente, comprenderne le esigenze e i desideri, prevenire le sue necessità e fornire la soluzione migliore per vivere la propria casa, nel senso più completo del termine.
A questo punto un sospetto è lecito: solo chi ha la fortuna di poter costruire da zero può aspirare alla casa perfetta?
Fortunatamente no.
Certo, una buona abitazione risponde a criteri imprescindibili di abitabilità, comfort, luminosità, basse emissioni e alta efficienza energetica. La composizione e la disposizione stessa degli ambienti sono fattori molto importanti, che non possono essere trascurati.
Ma noi siamo soprattutto i migliori terapeuti di noi stessi. La semplice consapevolezza del potere che ha l’ambiente ci circonda, permette a tutti noi di costruire un passo dopo l’altro la casa perfetta.
Con un’accortezza: non è sufficiente identificarsi con lo spazio che abbiamo creato, bisogna utilizzarlo in modo terapeutico senza avere paura di cambiare, di ascoltare le proprie sensazioni, comprendere cosa fa bene all’anima e rafforza i nostri equilibri emotivi.
Scopriremo allora un nuovo modo di vivere e di crescere, assieme alla nostra casa.