Carli Costruzioni
La tipologia di appartamenti più richiesti dopo il lockdown
Il Covid ha cambiato tutto… anche il nostro modo di vivere la casa.
Ora che passiamo molto più tempo tra le mura domestiche e che lo smart-working è diventato una realtà quotidiana per moltissimi italiani, cominciamo a concepire la casa in maniera diversa.
Un cambiamento che si riflette sul mercato che – contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare – non si è fermato, ma si è piuttosto adattato a un nuovo modello di vita.
Come sono cambiate domanda e offerta?
Secondo quanto rilevato da uno studio portato avanti dai maggiori gruppi immobiliari, i trilocali sono sono gli immobili più presenti nelle bacheche delle agenzie con quasi un terzo dell’intero mercato, seguiti dai quadrilocali e dai bilocali; è aumentata anche l’offerta di monolocali e bilocali mentre – com’è prevedibile – scende il numero di immobili con più di cinque locali.Cosa significa tutto questo?
Semplice: che gli italiani desiderano case più grandi e vivibili, magari con un giardino. Un’esigenza che è nata in seguito ai lockdown dell’anno passato. Chi possiede una casa spaziosa e di ampia metratura se la tiene ben stretta, mentre chi possedeva un piccolo appartamento come investimento (magari come affitto turistico) cerca di liberarsene senza però riuscire a incontrare la domanda di questa tipologia di immobili.
Come reagisce il mercato?
La risposta è: straordinariamente bene. Nonostante l’impatto che la pandemia ha avuto sull’economia, infatti, i prezzi delle case sono cresciuti soprattutto nel secondo trimestre del 2020.Per chi compra, però, va ancora meglio, complici gli ottimi tassi sui mutui e l’aumento dell’offerta di varie tipologie di immobili.
Sono infatti molti i cittadini che decidono di vendere le proprietà immobiliari in più o che cercano di vendere casa per comprare una casa più grande e magari in zone meno densamente popolate. Un effetto domino che in futuro, complice anche lo smart-working, potrebbe spopolare i centri cittadini in favore della periferia e della campagna.
I trilocali in periferia sono infatti tra le tipologie più richieste, ma soprattutto si è sviluppato un forte interesse per le soluzioni indipendenti e semi indipendenti su tutto il territorio nazionale, accorciando notevolmente i tempi di vendita e la permanenza sul mercato di immobili che fino a un paio d’anni fa richiedevano molti mesi per essere piazzati.
Male per gli affitti
A soffrire è di certo il mercato degli affitti, soprattutto turistico e universitario, con perdite che arrivano fino all’80% del volume di affari. Inoltre, visto il temporaneo blocco degli sfratti, rimane molta diffidenza da parte dei proprietari nell’affittare soprattutto a famiglie.
Esiste però un’eccezione a questo scenario, rappresentata dal turismo di prossimità: con l’impossibilità di viaggiare all’estero, si riscopre il territorio nazionale come meta turistica o semplicemente di fuga temporanea dal tran-tran cittadino. In controtendenza con tutto il resto del mercato si osserva un aumento del prezzo degli affitti soprattutto nelle località lacustri, che fino al 2019 erano appannaggio dei turisti stranieri.La partita è ancora tutta da giocare
I dati sono quindi incoraggianti e il settore immobiliare si conferma ancora una volta un investimento sicuro, a patto di seguire quelle che sono le nuove esigenze dei cittadini e del mercato stesso. L’accesso a mutui con tassi di interesse estremamente favorevoli (ai minimi storici di sempre) è un forte incentivo nonostante la prudenzialità nell’erogazione da parte degli istituti di credito.I veri effetti della pandemia si potranno vedere solamente l’anno prossimo, ma una cosa rimane invariata: la necessità di rivolgersi a professionisti acclarati e meritevoli di fiducia per evitare di incorrere in brutte sorprese.
