Carli Costruzioni
La nuova moda urbana dell’orto in condominio: come e dove?
Carote, zucchine, melanzane, pomodori e fragole dalla terra alla tavola, tutto in casa. La nuova moda urbana è l’orto sul balcone o in condominio. L’agricoltura moderna è quella che fa poca strada, a chilometro zero nel vero senso della parola, quella che sfrutta nuovi spazi, in ambito domestico o condominiale, dove i prodotti passano direttamente dal terrazzo al piatto!
E non c’è miglior modo di risparmiare e assecondare la natura che piantare frutta e verdura di stagione direttamente negli spazi verdi più vicini a casa, in un fazzoletto di terreno o in vaso.
Nelle città italiane, negli ultimi anni, spuntano orti sui balconi, nei giardini condominiali, sulla terrazza dell’ultimo piano, piccoli spazi curati ogni giorno dove coltivare erbe aromatiche, frutta e verdura per il consumo domestico. Per chi ha passione questo è anche un ottimo passatempo per il tempo libero, un’occasione di convivialità e uno stimolo per imparare o riscoprire nuovi aspetti della natura che ci circonda.
Volete creare l’orto in condominio?
Se vi piace l’idea di avere un orto condominiale, con il consenso dei vicini, perché non realizzare il vostro sogno? Sappiate che i condomini possono scegliere di utilizzare una piccola parte non sfruttata del giardino condominiale o uno spazio libero situato tra la facciata dell’edificio e la via pubblica per creare un orto condominiale, di uso comune.Per la normativa, il riferimento è l’art. 1102 del Codice Civile (ogni condomino può utilizzare la cosa comune nel modo che ritiene più opportuno purché ciò non alteri la sua destinazione o non impedisca agli altri condomini di farne parimenti uso). La decisione di creare un orto comunitario deve passare dall’assemblea condominiale ed essere approvata dalla maggioranza. Superato questo scoglio, l’orto può davvero rivelarsi una bella occasione di condivisione e di socializzazione e una vera e propria “green therapy”, che stimolerà chi vi si dedica a trascorre più tempo all’aperto, a contatto con le piantine e i doni della natura.
Se non ci sono spazi condominiali liberi
Se il condominio non ha spazi liberi in cortile o se preferite essere autonomi e non scomodare nessuno, allora potrete valutare di creare il vostro orto direttamente sul balcone e seguire la nuova moda per conto vostro, coltivando gli ortaggi e la frutta che preferite.Per fare un buon orto sulla vostra terrazza o sul balcone dovrete prima di tutto armarvi di pazienza, passione e mettervi all’opera: comprate dei vasi, concime, bulbi, semi e utensili non troppo ingombranti e dedicate del tempo ogni giorno al vostro nuovo orto. E non scoraggiatevi se tutto non crescerà subito come vorreste. Date tempo al tempo, e all’esperienza che pian piano maturerete. Volete mettere la soddisfazione di mangiare una confettura fatta con le vostre fragole o di assaporare la vostra prima insalata “dell’orto di casa”?
Tre cose da sapere per fare un orto sul balcone
Quali sono le prime cose da considerare per fare un orto sul balcone di casa?1. Controllare che il balcone possa sopportare il peso di capienti vasi di terra per le vostre coltivazioni.
2. Se si pensa a piante che possono raggiungere una certa altezza e ad accessori particolari, è buona norma informare l’amministratore condominiale per non alterare l’armonia della facciata del condominio.
3. Verificare se non ci sono clausole nel regolamento condominiale che vietano l’orto.Se il vostro orto è di dimensioni contenute, non avete bisogno di particolari autorizzazioni. Unica precauzione sarà non disturbare i vicini con i getti d’acqua delle annaffiature e con attività rumorosa. Per il resto potrete godervi la vostra frutta e verdura in santa pace.
Gli orti urbani comunali
Per chi non ha uno spazio in condominio o in casa, negli ultimi anni la moda degli orti urbani si è diffusa anche grazie ai comuni e alle associazioni di settore, ma anche nelle scuole che hanno promosso veri e propri progetti didattici di educazione ambientale e sana alimentazione per i più giovani. Gli orti urbani sono spuntati anche nei centri sociali per la terza età o nei centri di accoglienza per i disabili.Creati solitamente ai margini delle città o ai bordi dei parchi, gli orti urbani istituiti dai comuni sono dati in gestione ai cittadini interessati, solitamente pensionati e coltivatori non professionisti, che di volta in volta ne fanno richiesta.
In questi spazi i beneficiari producono frutta, ortaggi e fiori, per un uso esclusivamente personale. Gli orti urbani vengono realizzati in serie, in un terreno altrimenti inutilizzato o esposto al degrado, e sono affidati ai cittadini tramite bando. E se poi l’appezzamento non viene gestito e coltivato con costanza, il comune può valutarne la riassegnazione.
Un nuovo modo di fare agricoltura che viene dal passato
L’orto urbano è un nuovo modo di fare agricoltura e promuovere la città sostenibile, produrre alimenti sani e sensibilizzare la cittadinanza a una più corretta alimentazione, al movimento, al contatto con la natura, i suoi cicli e la stagionalità dei prodotti. Ma questa tendenza, oggi assai diffusa nelle città affonda le radici nel passato, addirittura alla metà dell’Ottocento: quando in Germania nascevano degli spazi riservati solo ai bambini chiamati “Kleingarten” (piccoli giardini). In Italia tale fenomeno arrivò durante la seconda guerra mondiale, quando Mussolini avviò la campagna per gli “orti di guerra”, in pratica il verde pubblico veniva messo a disposizione della popolazione per coltivare prodotti per la sussistenza, con l’obiettivo di non lasciare incolta la terra.Questa abitudine di coltivare dei fazzoletti di terra nella propria città è stata recentemente riscoperta. Gli orti urbani sono diventati “anticrisi”, “socializzanti”, “salva paesaggio” e “salva salute”. In un’epoca in cui tutti vanno di fretta, coltivare la terra ci insegna ad avere pazienza, a essere costanti e a saper aspettare.
L’orto con finalità didattica trova sempre maggiore diffusione nelle scuole, anche con le persone disabili, come pure nelle aziende agrituristiche o nelle fattorie didattiche, dove i bambini imparano la stagionalità e la cultura della campagna, si avvicinano alla natura e in queste loro scoperte prendono per mano e coinvolgono i loro genitori.