Carli Costruzioni
La casa antisismica in Italia: normativa e materiali usati
Il terremoto è un fenomeno naturale che incute da sempre grande paura e, in pochi secondi, può stravolgere la nostra vita, se si manifesta in maniera forte e, soprattutto, se la casa in cui viviamo non è in grado di resistere alle scosse sismiche.
Se le nuove costruzioni rispondono a norme tecniche di sicurezza molto più esigenti, è sui vecchi edifici che può sorgere qualche dubbio, con motivato timore.
Tutto il territorio italiano è a vocazione sismica e alcune zone sono più a rischio di altre (a seconda della classificazione). Per questo è importante costruire case antisismiche, nel rispetto della normativa, utilizzando i materiali con le giuste caratteristiche di flessibilità e resistenza.
Per prima cosa, occorre capire cosa significa “casa antisismica”.
Certo, noi non abbiamo i terremoti forti del Giappone, ma le scosse anche di intensità media (di magnitudo 5 o 6) hanno spesso causato grandi danni agli immobili più datati presenti sul nostro territorio, soprattutto nei centri storici. Tornando all’esempio del Giappone, se ad ogni terremoto forte le case non tenessero, il Paese sarebbe continuamente costretto a fermarsi per ricostruire, con ingenti danni per l’economia nazionale. E poiché il Giappone è un Paese altamente sismico, i giapponesi sono abituati a costruire in un certo modo, a creare edifici in grado di resistere a terremoti forti, anzi fortissimi. Pensate che, ogni 30-40 anni, i giapponesi ricostruiscono i loro fabbricati con caratteristiche di case antisismiche sempre più avanzate.
Quali caratteristiche deve avere una casa antisismica?
Una casa per essere definita antisismica deve avere tre requisiti:- Deve essere in grado di resistere ai terremoti più forti (di magnitudo 7 e oltre).
- Deve resistere a terremoti che si possono manifestare in successione, anche in breve tempo.
- Deve durare nel tempo, non deperire e mantenere inalterate le caratteristiche di resistenza al rischio sismico. Non deve danneggiarsi e, in tal caso, deve essere riparabile in breve tempo.
Rispetto ai Paesi nordici l’Italia presenta un tasso di umidità più alta, per cui il legno, materiale particolarmente flessibile, leggero e tradizionale in zone sismiche, si presta meno a essere usato nell’edilizia. In seguito a un terremoto, si potrebbero creare delle fessurazioni nella struttura con il rischio di far entrare l’acqua o l’aria umida e, a lungo andare, di far marcire tutta la struttura. Per di più con il terremoto, potrebbe aumentare anche il rischio di incendi e il legno non è certo inerte.
Tuttavia i pareri sul legno come materiale antisismico sono discordanti: è stato osservato che, durante un terremoto, le case in legno tendono sì a deformarsi, ma mai a distruggersi, riuscendo così a dissipare l’energia sismica, in quanto è un materiale, come si diceva, molto flessibile.
Resta il fatto che i materiali usati sono fondamentali per una casa antisismica e la qualità è fondamentale.
Quali materiali usare per una casa antisismica?
Per una casa antisismica, adatta al territorio italiano e al rischio sismico in generale, è bene usare materiali inerti e partire dalle fondamenta, privilegiando materiali robusti, che permettano di creare fondazioni sicure: l’acciaio, il calcestruzzo armato, la parte di muratura portante. Anche il cosiddetto Eps, cioè il polistirene espanso sinterizzato, è un materiale molto leggero che permette di minimizzare le sollecitazioni sugli elementi strutturali e sulle fondamenta di una casa, durante un evento sismico. Fare solai e muri in Eps consente di avere strutture dotate di un’elevata resistenza sismica.L’acciaio zincato a caldo sta diventando la base portante di molte strutture, dimostrando una rilevante capacità di resistenza al collasso. Un materiale ancora relativamente economico, che dal punto di vista antisismico risponde bene.
In caso di ristrutturazione
Qualora si debba procedere a una ristrutturazione, tra le prime regole antisismiche da prendere in considerazione prima di iniziare i lavori c’è la scelta di materiali di qualità.Strutture edificate con pietre, tufo e laterizi hanno evitato distruzioni di edifici nel corso di eventi sismici anche violenti. Accanto alla buona scelta dei materiali diviene essenziale anche controllare l’uso che ne viene fatto: rispettare le proporzioni, le geometrie, il sistema di posa… per creare l’armonia necessaria per consolidare una casa antisismica.
Una ristrutturazione ben effettuata consente di prevenire danni molto più gravi in seguito. Si pensi alle condizioni disastrose in cui vivono, spesso per anni, le famiglie vittime di terremoti che si trovano d’un tratto senza un tetto sicuro e senza la loro vita di sempre.
Proprio per questo tutta l’Italia, per le sue caratteristiche geomorfologiche, dovrebbe investire maggiormente in una cultura antisismica, a partire dall’edilizia. Quando si mette mano a un vecchio edificio, è bene affidarsi a ingegneri e architetti specializzati in ristrutturazioni antisismiche per la migliore messa in sicurezza della propria casa.
Da dove cominciare per la messa in sicurezza?
Una delle prime cose da fare se si vuole rendere la propria casa antisismica è il consolidamento delle fondamenta. Oltre ai nuovi materiali, ci sono gomme o molle che possono essere aggiunte alle fondamenta della casa e che vanno a formare un cuscinetto utile ad attenuare l’impatto delle scosse sismiche.Dopo il rinforzo delle fondamenta, si sale: occorre andare a potenziare le travi, i muri portanti, il solaio e il tetto.
Utilizzare materiali moderni e innovativi nei sottotetti, nelle mura e nelle fondamenta è il modo migliore per evitare che degli elementi architettonici troppo pesanti possano cedere per le scosse di terremoto e far crollare parti di edificio.
La normativa sismica in Italia
La normativa sismica italiana si è sviluppata a partire dal 1909 con il Regio Decreto 193 (“Norme tecniche ed igieniche obbligatorie per le riparazioni ricostruzioni e nuove costruzioni degli edifici pubblici e privati nei luoghi colpiti dal terremoto del 28 dicembre 1908 e da altri precedenti elencati nel R.D. 15 aprile 1909 e ne designa i Comuni”) e poi con la legge n. 64 del 2 febbraio 1974 è stato approvato il primo documento con una classificazione sismica nazionale del territorio.Da quel momento si sono iniziate a definire le prime “Norme tecniche” per le costruzioni in zone sismiche. Sono seguiti poi vari decreti o circolari riguardanti aggiornamenti o supplementi alle “Norme tecniche”, e dopo una decina di anni di “stallo” (dal 1998 al 2008) lo scorso anno, a gennaio del 2018, è stato approvato un nuovo decreto ministeriale di “Aggiornamento delle Norme tecniche per le Costruzioni”, più preciso e completo sotto tanti aspetti, soprattutto nel disciplinare le verifiche di resistenza, i materiali da usare, le caratteristiche di duttilità, gli aspetti geometrici e altri dettagli rilevanti per una casa antisismica.