Che differenza c’è tra un impianto di riscaldamento autonomo o centralizzato?

Con l’arrivo della brutta stagione torniamo a parlare di riscaldamento, di consumi e risparmio in bolletta. Come costruttori, una delle domande che ci viene posta più di frequente è: “è meglio il riscaldamento autonomo o quello centralizzato?”.

Come spesso accade, la risposta non è univoca e dipende da molti fattori; inoltre l’orientamento normativo degli ultimi anni impone alcune restrizioni che i costruttori devono tenere in considerazione.

Partiamo quindi con una premessa: un adeguato riscaldamento è fondamentale per una casa confortevole e salubre; nessuno desidera patire il freddo e i giusti valori di temperatura e umidità influenzano la qualità della vita (e della salute).


Quali differenze ci sono tra autonomo e centralizzato?

Può sembrare una domanda banale, ma lo è solo in apparenza. Tutti sappiamo che il riscaldamento autonomo è quello che prevede una caldaia dedicata alla singola abitazione per fornire riscaldamento e acqua calda sanitaria.

L’impianto centralizzato prevede invece una caldaia in comune con tutte le abitazioni presenti nel complesso immobiliare, che si tratti di un condominio o un caseggiato.

I due sistemi presentano caratteristiche, consumi e vantaggi assai differenti e sono sottoposti a regole diverse, soprattutto per quanto riguarda gli adempimenti legislativi: la legge infatti vieta l’installazione di impianti autonomi negli edifici di nuova costruzione con cinque o più unità abitative.

Il motivo di tale imposizione ha la sua ragione proprio nei vantaggi che l’impianto centralizzato presenta rispetto a quello autonomo.
 

Consumi inferiori vs. maggiore libertà

Ogni anno una famiglia con impianto autonomo consuma mediamente più di 1000 metri cubi di gas per cucinare e riscaldare la casa e l’acqua sanitaria. Il vantaggio principale è rappresentato proprio dalla libertà di regolare l’impianto a seconda delle proprie esigenze e negli orari preferiti e quindi di decidere autonomamente quando e quanto riscaldare.

L’impianto centralizzato sacrifica la libertà di gestione (anche se in misura molto limitata rispetto a quanto si creda) a fronte di numerosi vantaggi: la presenza di una caldaia più grande comune a più abitazioni consente di consumare e inquinare di meno, oltre ad abbattere notevolmente le spese di manutenzione, che sono ripartite tra i condomini.

Lo svantaggio principale è rappresentato dal fatto che gli orari di accensione dipendono dalla legge (a seconda della fascia climatica, che a Verona prevede l’accensione dal 15 ottobre al 15 aprile, per un massimo di 14 ore al giorno); un problema comunque parzialmente risolto dall’obbligo di installazione delle termovalvole, che permettono all’inquilino di limitare e temporizzare i propri consumi a piacimento, pagando solo la quota di gas utilizzato.

Ovviamente il consumo – che si tratti di impianto autonomo o centralizzato – varia a seconda dell’APE dell’edificio, delle dimensioni dell’appartamento e di diversi altri fattori come l’esposizione e la presenza di infissi di qualità.
 

Quale impianto scegliere?

Considerando i limiti imposti dalla legge e dalle caratteristiche costruttive, il riscaldamento centralizzato è più conveniente sia in termini amministrativi che di spesa, eccezion fatta per alcuni casi particolari previsti dalla legge. Oltre ovviamente alle abitazioni singole, che per loro stessa natura possono montare esclusivamente questo tipo impianti, l riscaldamento autonomo oggi è vantaggioso solo in casi particolari dove il centralizzato non si possa adattare alla nuova struttura dell’immobile.

L’attenzione costruttiva a elementi tecnici quali la qualità degli impianti, l’assenza di ponti termici, gli infissi di qualità e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile resta comunque la via principale per risparmiare in bolletta e mantenere elevato il comfort qualitativo; edifici con bassa efficienza energetica risulteranno comunque onerosi in termini di riscaldamento e consumi, oltre ad avere un forte impatto ambientale.

Il nostro consiglio, in qualità di costruttori attenti ai temi dell’ambiente e dell’efficienza energetica, è di prediligere quindi nuove costruzioni di classe energetica superiore a B, dotate di impianti e sistemi moderni, in grado di garantire risparmio, comfort ed ecosostenibilità.
 

Che differenza c’è tra un impianto di riscaldamento autonomo o centralizzato?